FAMMI ENTRAREÂ
Scrivi per il SAPERE DIVINO,
non per un comune mortale
che mangia e beve e non ha spirito.
Non per una piuma che volteggia nell’azzurro del cielo,
ma come un uomo che tiene i libri stretti sotto il braccio,
o se ricordo bene come un buon calligrafo o un amanuense.
Muovo le dita a caso sulla tastiera,
da un fiotto di luce mi cerca il tuo sguardo
senza nascondersi.
Ho sete. La mano che muove l’inchiostro ha il ronzio delle api.
Voglio terminare ciÃ˛ che sto scrivendo a mente fresca.
Nelle mie pupille ruotano nuvole di stelle
e accendono forti emozioni nel teatro del pensiero.
Non fanno chiasso nÊ notizia gli ubriachi
che sparano al bersaglio
che megalomani si esibiscono in pirotecniche straniere,
tu – loro.
Li ho attesi finchÊ non è arrivata la pioggia,
poi ho iniziato a giocare su un’area rocciosa.
Le loro voci esclamavano: ”Ti abbiamo trovato!”
Poeti, scrittori e pittori hanno bevuto un drink,
fianco a fianco.
Eravamo ubriachi e ci siamo addormentati, leggeri come petali al vento.
Risvegliandoci ci ritroviamo pagine nei nostri libri,
ogni volta che qualcuno ha bisogno di sentirci al loro fianco.